Maggio 2021

Stupro e gogna: victim blaming

La colpevolizzazione, per cui molte donne non denunciano la violenza (cd. victim blaming).

Offendere chi denuncia, giocare tra vittime e carnefici, calpestare anni di battaglie per le donne. Bisogna stare attenti a cosa si dice ed a cosa si legge.

“Sono solamente ragazzi”, “stavano giocando”, ma poi lei “indossava una gonna troppo corta”, “era ubriaca”, “se l’è cercata”.

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Aprile 2020

Il regime giuridico delle obbligazioni solidali: surroga e regresso

Il regime giuridico delle obbligazioni solidali è un regime dai tratti del tutto peculiari, la cui ratio legis risiede nel atto che sono avvinti nel medesimo iuris vinculum una molteplicità di soggetti.

Il riconoscimento giuridico di una disciplina speciale tribuito alle obbligazioni soggettivamente complesse produce effetti di natura squisitamente sostanziale con evidenti ricadute sul piano processuale, con particolare riferimento ai diritti di surroga e regresso. continua a leggere

Dicembre 2019

Danno non patrimoniale: la Cassazione più recente

Secondo l’orientamento attualmente prevalente della giurisprudenza di legittimità il danno-conseguenza, quale elemento costitutivo dell’illecito aquiliano e della responsabilità per inadempimento, necessita sempre di specifica allegazione e di prova, non potendo il pregiudizio risarcibile essere identificato con l’evento dannoso. La nozione di danno “in re ipsa” configura, invero, un danno punitivo, ponendosi, così, in contrasto sia con l’insegnamento delle Sezioni Unite (Sez. U., n. 26972/2008, Preden, Rv. 605494-01), secondo il quale quel che rileva ai fini risarcitori è il dannoconseguenza, che deve essere allegato e provato, sia con l’ulteriore e più recente intervento nomofilattico (Sez. U., n. 16601/2017,) che ha riconosciuto la compatibilità del danno punitivo con l’ordinamento solo nel caso di espressa sua previsione normativa, in applicazione dell’art. 23 Cost.. continua a leggere

Febbraio 2019

Whatsapp offendere su chat di gruppo è reato

Occorre presentare la massima attenzione alle comunicazioni nelle chat comuni di WhatsApp che sfociano in vere e proprie offese.

Tali insulti rientrano nel grave reato di diffamazione, perché a prenderne visione non sono solamente la persona offesa e l’autore, ma tutti gli altri partecipanti alla chat. continua a leggere

Gennaio 2019

Il furto d’identità: internet e le sue insidie

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