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Novembre 2018

Biomeccanica forense – quando è utile una perizia che studi la causa della lesione –

La lesione del corpo umano è complicata. Se trascorressimo le nostre vite all’interno di una campana protettiva, il  giorno in cui si dovesse verificare un incidente, potrebbe essere relativamente semplice attribuire una lesione all’evento traumatico. Ma in genere non è così.

Come un’auto che invecchia, i nostri corpi subiscono traumi meccanici ogni giorno: da lavoro, sport, attività ricreative e potenziali incidenti.

La domanda è: riuscire ad individuare se le forze e le accelerazioni che agiscono sul corpo durante un incidente, come una collisione automobilistica, una caduta, o un incidente ricreativo, siano la causa diretta delle lesioni.

Rispondere a domande come questa è il ruolo della biomeccanica forense. Più precisamente essa va oltre le competenze della maggior parte dei medici e disvela gli effetti meno evidenti di un trauma subito da un corpo umano.

 

Cosa è la biomeccanica forense ?

La biomeccanica forense è lo studio della causalità della lesione che misurando le forze che agiscono sul corpo umano e all’interno del corpo umano, usando metodi di meccanica, determina se tali forze sono tali da causare un danno. Dunque, un biomeccanico possiede esperienza sia nel campo della meccanica che dell’anatomia umana. Biomeccanici e medici svolgono ruoli complementari nel sistema medico-legale. I medici hanno conoscenze specifiche per diagnosticare e trattare un paziente, tuttavia la biomeccanica forense non viene insegnata nella scuola di medicina. Pertanto, è richiesto un biomeccanico, che possieda conoscenze specialistiche, formazione ed esperienza, per fungere da “ponte” necessario tra medicina e ingegneria calcolando le forze che agiscono sul corpo a seguito di un incidente e spiegando in tal modo le lesioni diagnosticate in termini di causalità meccanica.

 

Nel caso di incidente automobilistico, un biomeccanico metterà in relazione le forze d’urto ed i movimenti dei veicoli (automobili, camion, motocicli, biciclette o pedoni) con il movimento risultante degli occupanti o di altre persone coinvolte (cinematica) e forze che le influenzano (cinetica) a causa di frequenti impatti multipli all’interno del veicolo o del terreno, quindi mettendo in relazione queste forze spiegherà la causa meccanica delle lesioni diagnosticate a livello medico.

Ricerche approfondite sulla biomeccanica della protezione del casco, hanno dimostrato che mentre i caschi sono efficaci nel ridurre il rischio di traumi alla testa per frattura del cranio, non offrono una protezione adeguata contro le lesioni traumatiche del cervello, che possono verificarsi sia se si indossi un caso o no.

La biomeccanica forense è anche la chiave per l’analisi dei casi in cui si verifichino scivoloni, cadute, che accadono in tutti i tipi di ambienti, inclusi luoghi di lavoro, negozi, ristoranti, ecc.

Gli scivolamenti possono verificarsi quando il coefficiente di attrito (CoF) tra le calzature e la superficie del pavimento è troppo basso, spesso a causa della presenza di una sostanza estranea, come un fluido. Considerando che una caduta può verificarsi quando il CoF tra le calzature e il pavimento è troppo grande, o inaspettato, come una transizione tra superfici diverse. Le cadute non protette possono generare forze eccessive sul corpo umano causate dall’accelerazione dovuta alla gravità. Ad esempio, una semplice caduta da circa 1 metro può generare una velocità d’impatto di 16 km orari! Ma, ancora più importante è la velocità con cui il corpo umano si ferma per l’impatto.

 

LA  SENTENZA:

Un recente caso di caduta, ha coinvolto un chirurgo, che è andato a sedersi su uno sgabello per scrivere le note post-chirurgiche. In quel caso, il diritto al risarcimento è stato fondato sul fatto che la scelta di uno sgabello con rotelle era inappropriata per l’ambiente.

Le rotelle infatti, causando lo scivolamento dello sgabello da sotto il chirurgo, ne causavano la rovinosa caduta all’indietro e, facendogli battere la testa sul pavimento, provocavano traumi cerebrali ed episodi epilettici. Il chirurgo, che ha sofferto di gravi deficit neurologici a causa dell’incidente, non è stato in grado di tornare al lavoro ed ha anche sofferto molti altri effetti conseguenti alla caduta per tutta la vita.

Con il processo il tribunale ha assegnato come risarcimento al chirurgo 1 milione di euro per gli infortuni causati dalla caduta.

 

In conclusione, un’analisi scientifica biomeccanica può essere opportuna per il successo di molte cause, tra cui: incidenti automobilistici (che coinvolgono automobili, camion, motocicli, biciclette e pedoni), incidenti ricreativi (tra cui canottaggio, sci, moto d’acqua, ecc. ), lesioni sportive o da protezione da casco, cadute, scivoloni. Le opinioni formulate dai biomeccanici forensi riguardo alle accelerazioni quantitative ed alle forze necessarie per provocare delle lesioni sono risultanze biomeccaniche uniche che nessun’altra area della scienza o della medicina risulta in grado di offrire.

Né l’ingegneria meccanica né la fisica hanno conoscenze relative alle proprietà del tessuto corporeo umano ed all’anatomia umana. Allo stesso modo, la formazione medica non fornisce la necessaria comprensione dei principi biomeccanici per identificare le relazioni qualitative tra traumi fisici e danni ai tessuti umani. Quindi, un biomeccanico forense è utile al sistema legale in quanto quantifica le forze associate a un incidente e confronta quelle forze con le tipologie di ferite accertate, spiegando così la diagnosi medica.

Spesso, dunque, il parere dell’esperto biomeccanico, che produca una perizia (CTU o CTP) è rilevante per stabilire una ragionevole ipotesi secondo la quale le ferite del danneggiato (o della vittima) siano coerenti con il trauma.

In definitiva, il successo di ogni esperto risiede nella capacità di trasmettere ad un tribunale argomenti spesso complessi rendendoli in termini semplicistici allo scopo di rendere edotto il giudice sui fatti di causa.

 

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