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Dicembre 2017

Diritto degli animali: le fonti normative

La legge italiana prende molto sul serio il benessere degli animali, e questo è conseguenza della crescente diffusione di una sensibilità verso gli amici a quattro zampe.

Abbiamo assistito alla propensione sempre maggiore di giudici e legislatori a trovare un modo per migliorare la condizione degli animali da compagnia, sebbene permangano importanti eccezioni in cui la centralità del benessere degli amici a quattro zampe viene meno (allevamenti, macelli, circhi, zoo e giardini zoologici, vivisezione, manifestazioni in cui si utilizzano gli animali). Un passo avanti fondamentale è stato il punto fermo, ormai unanimemente riconosciuto, della soggettività degli animali, non sono più considerati come “cose”, che ha portato alla recente introduzione del principio dell’impignorabilità degli animali di affezione o da compagnia e di quelli impiegati ai fini terapeutici o di assistenza.

Negli ultimi anni, l’animalismo è diventato un tema centrale nell’agenda mediatica sia grazie all’impegno e alla visibilità data anche da alcuni politici alla questione, sia grazie a fatti di cronaca che hanno visto protagonisti gli animali,  che ha portato a importanti sentenze di condanna ed è stato il punto di partenza per ravvivare e rafforzare la consapevolezza dei diritti degli animali anche in altri ambiti, come manifestazioni che includono il palio o manifestazioni circensi.

Una sentenza esemplare in questo senso è la Cass. Pen., sez. III, n. 46291/2003, che riconosce come il maltrattamento non sia da considerarsi solo in senso fisico, ma anche psichico, in quanto la legge vuole “tutelare gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità”. Il maltrattamento di animali è normato specificamente nell’art. 544 ter del codice penale: è un delitto punito con la reclusione ed è un reato perseguibile d’ufficio. Ciò significa che è sufficiente la prima denuncia perché le autorità si muovano autonomamente.

Scendendo nel dettaglio, in si puossono approfondire le tematiche con le analisi delle seguenti leggi:

Nella cultura occidentale, l’idea di “diritti animali” è un’idea abbastanza recente e viene fatta risalire, dai sui propugnatori, al Settecento, secolo in cui si pronunciarono a favore di un’etica animalista, pensatori come Voltaire e Jeremy Bentham; il primo, tuttavia, pur esprimendo importanti e radicali considerazioni etiche riguardo al rapporto tra uomo e animale, non formulò né utilizzò mai il concetto di “diritto animale”; il secondo fu fondatore dell’utilitarismo moderno ed espresse posizioni ancor più radicali, per l’epoca, nei confronti del problema dell’utilizzo degli animali da parte dell’uomo, pur accettandone il consumo a fini alimentari.

È soprattutto con Peter Singer, nella seconda metà del Novecento, che si sviluppa un dibattito filosofico sul “diritto animale” e sul concetto di antispecismo, in opposizione all’utilizzo degli animali come cibo, come cavie ed in qualunque altro contesto, da parte del genere umano. Egli, tra i padri del movimento per i diritti animali, è inventore anche dell’espressione liberazione animale.

Di passi avanti se ne sono fatti molti, ma ancora tanti sono quelli da compiere.

 

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