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Agosto 2018

Acqua infetta: aumentano i morti dopo aver fatto la doccia

Sono 6 le vittime e circa 200 i casi di contagio accertati, a causa dell’acqua infettata da un batterio killer.

È stato acclarato che trattasi di casi di legionella, detta anche malattia del legionario,  ma è ancora sconosciuta la causa della diffusione nell’acqua. Secondo le stime ufficiali, mai si erano verificati tanti episodi in Italia, come negli ultimi anni.

L’infezione da legionella avviene per lo più tramite aspirazione diretta di acqua o aria contaminata. Come spiega il portale legionellosi.com, «Il contagio avviene inalando acqua contaminata sotto forma di “aerosol” generati da rubinetti, docce, impianti di umidificazione e così via. Le persone possono essere esposte a queste fonti in casa, nel luogo di lavoro o in altri posti pubblici (ospedali, alberghi, piscine etc). La legionellosi non si trasmette da persona a persona».

I casi si sono verificati nel Bresciano, altri nei comuni a nord di Milano dove ci sono stati 53 casi di contagio e qualche tempo fa anche a Parma e Bologna.

Nel comune di Bresso le vittime sono salite a 4, 2 a Brescia con 200 casi di polmonite.

A seguito delle ultime notizie di cronaca  la gente vive con l’incubo di fare una doccia e c’è chi si lava solo con l’acqua fredda per paura del contagio.

Vi è il concreto rischio, nei comuni segnalati, che nelle gocce d’acqua possano annidarsi i batteri del contagio. Per cercare di capire qualcosa in più su quel che sta accadendo sono arrivati anche gli uomini dell’Istituto Superiore di Sanità nelle zone colpite. Attualmente la causa della diffusione del batterio rimane incerta. E tuttavia non può disconoscersi la responsabilità dei Comuni i cui acquedotti sono contaminati dal batterio.

La presenza di legionella è stata riscontrata a Brescia ed inoltre anche nelle acque di un condominio a Rozzano. «Nessuna epidemia», prova a rassicurare il sindaco Barbara Agogliati. Nell’acquedotto di Bresso invece, come riportato da Milano Today, non è stata trovata traccia del batterio della legionella: lo assicura il Gruppo Cap che gestisce la rete idrica dei comuni della Città Metropolitana di Milano.

Ad ottobre 2016 il batterio aveva colpito la provincia di  Parma, Montebello. Un’epidemia che ha fatto aprire un fascicolo d’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo, lesioni ed epidemia colpose. E mentre dilaga la psicosi tra i residenti dei quartieri dove si sono avuti i casi di contagio, i Nas sono impegnati a cercare il focolaio del batterio, che si diffonde principalmente tramite l’acqua e l’aria.

Il reato di cui all’art. 438 ha come elementi costitutivi, in senso materiale, della fattispecie preveduta e punita: la rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero indeterminato e notevole di persone, l’ampia estensione territoriale della diffusione del male. Il reato deve, perciò, escludersi se, l’insorgere e lo sviluppo della malattia si esauriscano nell’ambito di un ristretto numero di persone.

L’unico modo per debellare la legionella è una bonifica definitiva della rete idrica, o comunque della fonte da cui proviene l’acqua contaminata. Per evitare di contrarre il batterio, bisogna in ogni caso limitare l’esposizione al vapore acqueo, fare una pulizia costante di bollitori o altri contenitori dove l’acqua ristagna (secondo quanto riportato da Repubblica) E, in bagno, far scorrere a lungo la doccia in modo che la temperatura dell’acqua salga e superi i 55 gradi, uccidendo il batterio. Si possono anche installare nelle tubature dei filtri particolari che si trovano in commercio. Ma la bonifica generale e radicale della rete rimane la soluzione migliore.

È evidente che potrà procedersi giudizialmente per il risarcimento dei danni contro i Comuni i cui acquedotti risultano contaminati e che che non si sono preoccupati di bonificare la rete idrica.

 

 

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