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Gennaio 2018

Assistenza al parto: comportamenti lesivi del personale ospedaliero

A settembre sono stati presentati a Roma i dati relativi alla prima ricerca nazionale sulla violenza ospedaliera ed è stato rilevato che nella maggioranza dei casi l’assistenza al parto è stata lesiva della dignità della donna e della salute del neonato.

I dati dicono che dal 2003 sono circa 1 milione le donne in Italia che affermano di aver subito una qualche forma fisica o psicologica di violenza alla loro prima esperienza di maternità.

Si parla di violenza ostetrica, e con tale termine ampio ci si riferisce all’abuso nell’ambito delle cure ostetrico-ginecologiche che viene realizzato da operatori sanitari che prestano assistenza alla donna e al neonato (ginecologo, ostetrica, altre figure professionali di supporto) ed ha a che fare con l’imposizione spesso standardizzata di cure o pratiche alle donne senza che loro diano il proprio consenso, senza fornir loro adeguate informazioni e talvolta contro la loro volontà.

I dati sono molto significativi: il campione analizzato é di circa 5 milioni di donne italiane di età compresa tra 18 ed i 54 anni con almeno un figlio.

I dati dicono che per 4 donne su 10 (cioè il 41%) l’assistenza al parto è stata lesiva della loro dignità e integrità psicofisica. In particolare la prima esperienza negativa vissuta durante la fase del parto è risultata la pratica dell’ episiotomia subita da oltre la metà (il 54%) delle donne intervistate. L’episiotomia è un’ incisione chirurgica del perineo praticata durante il parto per allargare l’apertura quando la testa del bambino comincia a farsi strada verso l’esterno.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce una pratica dannosa, tranne in rari casi.

In Italia il 61% delle donne che hanno subito un’ episiotomia hanno dichiarato di non aver dato il loro consenso informato per autorizzare l’intervento. Il rischio sono i dolori post partum; difficoltà, che può durare anche settimane, a sedersi e camminare normalmente, infine problemi e dolore nei rapporti sessuali dopo il parto.

Secondo i dati forniti dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia viene praticata nel 60% dei parti con una media di molto superiore rispetto a quella europea.

Altrettanto allarmanti sono i ricorsi ai cesarei. Secondo i dati del Ministero della Salute nel 2015 in Italia il 34,1% dei bambini è nato con parto cesareo, mentre nei paesi europei il tasso medio è inferiore al 25%.

Il nostro paese, poi, non è nuovo ad eventi giudiziari per i quali ci sono state condanne di strutture ospedaliere che guadagnavano sul numero dei cesarei effettuati .

Nel 2013 in Italia l’allora ministro della salute Balduzzi aveva condotto un’inchiesta da cui era emerso che ben il 43% dei cesarei italiani era ingiustificato.

È importante che il cesareo sia una necessità. Rientrano quindi nel concetto di violenza ostetrica un cesareo non necessario ed una cattiva informazione sulle possibilità di scelta, così come vi rientra la mancanza di informazioni sulla possibilità per la donna di assumere la posizione che preferisce durante il parto.

Se anche tu credi di aver subito violenza fisica o psicologica durante il parto fai la tua segnalazione qui.

In Italia è stata introdotta una proposta di legge nel 2016 recante norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato ed inoltre per la promozione del parto fisiologico.

Nel concetto di abusi fisici e psicologici che le donne subiscono al momento del parto viene fatto rientrare il ricorso a pratiche mediche ed interventi chirurgici senza consenso delle stesse partorienti che vanno a colpire la salute riproduttiva e sessuale delle donne. In  merito si è pronunciata l’organizzazione Mondiale della sanità sottolineando che queste forme di violenza hanno luogo all’interno dei sistemi sanitari e sono atteggiamenti rappresentativi delle diseguaglianze di genere.

Sono allarmanti i dati dell’Organizzazione Mondiale della sanità che ha redatto un documento sulla prevenzione e l’eliminazione della mancanza di rispetto durante l’assistenza al parto presso le strutture ospedaliere in cui si dice che in tutto il mondo molte donne durante il parto in ospedale fanno esperienza di trattamenti irrispettosi e abusanti si dice anche questi trattamenti non solo violano il diritto delle donne ad una assistenza sanitaria rispettosa ma possono minacciare il diritto alla loro vita salute e integrità fisica l’OMS spiega che un numero crescente di donne durante la gravidanza ha subito abusi di tipo ospedaliero e questa traccia un quadro allarmante vi rientrano abusi fisici e verbali e procedure mediche coercitive non acconsentite inclusa la sterilizzazione, la mancanza di riservatezza, la carenza di un consenso realmente informato rifiuto di offrire un’adeguata terapia per il dolore, la grave violazione della privacy, il rifiuto di ricezione nelle strutture ospedaliere trascuratezza nell’assistenza del parto con complicazioni altrimenti evitabili che mette in pericolo la vita della donna del bambino sono pratiche lesive della dignità dell’integrità della donna, l’uso della ventosa, del forcipe, la rottura artificiale delle membrane, la manovra di Kristeller manuale o strumentale la manovra di Valsalva di induzione farmacologica del travaglio che devono essere autorizzate ed eseguite su autorizzazione della partoriente dal momento che possono avere delle conseguenze anche gravi, in alcuni casi.

 

Per ulteriori informazioni o per una consulenza contatta il nostro Studio Legale

 

Consulta i dati dell’ indagine DOXA sulla violenza ostetrica in Italia 

 

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